Brassicaceae (Cruciferae)
Sinonimi: Alyssum utriculatum L. (basionimo), Vesicaria utriculata (L.) DC
Nome italiano: vescicaria maggiore, alisso utriculato.
Forma biologica: camefita suffruticosa (pianta con fusti legnosi o semilegnosi, che sverna grazie a gemme (che svilupperanno i fusti dell'annata) collocate sul fusto a pochi centimetri dal suolo (<30 cm)
Descrizione: suffrutice alto 20-50 cm, con fusto legnoso molto ramificato alla base, formante spesso cespugli dal caratteristico portamento emisferico, rami ascendenti, arquati, lunghi fino a 10 cm, legnosi, con residui di foglie morte ed evidenti cicatrici lasciate dalle foglie delle annate precedenti, culminanti ciascuno in una rosetta fogliare (fertile o sterile) un po' allungata; foglie della rosetta progressivamente patenti, quindi riflesse, procedendo dall'alto verso il basso, uninervie (con nervo centrale ben evidente e rilevato) e lamina lineare-spatolata (larga 5-8 mm e lunga 20-40 mm) a margine intero e apice acuto, caratterizzate da un fitto abito di peli stellati (occasionalmente mescolati a peli a “t”) distribuiti uniformemente su ambedue le pagine; scapo fiorale centrale rispetto alle rosette, elevato (fino a 30-35 cm); foglie dello scapo alterne, simili a quelle delle rosette basali, ma con base spesso un po' tronca (almeno nel terzo superiore).
Infiorescenza a corimbo (10-20 fiori); fiore piuttosto grande, ermafrodito e tetramero, con sepali lunghi 8-10 mm. Petali lunghi 18-20 mm di colore giallo citrino carico, con lembo da subrotondo a elissoidale. Frutto a siliquetta di forma subsferica (diametro 12-18 mm), portato da un peduncolo arquato e da un brevissimo stipite, contenente sei semi bruni e lucidi di forma lenticolare (diametro maggiore 4-5 mm).
Antesi: (marzo) aprile - giugno
Tipo corologico: Orofita SE Europea-W Asiatica (Anatolia, Penisola Balcanica, Carpazi, Massiccio Centrale, Alpi occidentali, Appennino dalla Liguria alla Basilicata).
Distribuzione in Italia: Alpi Graie e Cozie, Appennino Ligure e Tosco-Emiliano, Appennino Centrale e Meridionale fino alla Basilicata nord-orientale), ma con areale molto frammentato (probabile relitto tardo-terziario), specie solitamente rara o molto rara, localmente però può essere frequente. ‘E presente nelle seguenti regioni: Valle d'Aosta, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise e Basilicata.
Habitat: pianta glareofila e rupicola, può anche vegetare in ambiente di pascolo aperto, in genere manifesta discrete attitudini di colonizzatrice, specialmente su detrito fine non consolidato, mostra una lieve preferenza per i substrati silicei e per quelli ultrabasici, ma può vivere anche su suoli a matrice carbonatica, vegeta anche in formazioni fisiognomiche (legate alle attività umane) come i pascoli aridi e sassosi dell'Appennino centro-meridionale, specie piuttosto termofila e xerofila, dal piano collinare e montano può risalire sporadicamente fino al piano subalpino, come ad esempio nella zona del Moncenisio; gli estremi altitudinali di crescita sono compresi tra i 200 e i 1800 m, è assente in pianura e nelle zone litoranee.
Note di sistematica: forma e dimensione dei fiori e delle siliquette sono caratteri moderatamente variabili, così come la pelosità, la frammentazione dell'areale di questa specie fa sì che essa tenda probabilmente a segregare tipi locali il cui inquadramento sistematico non è ancora del tutto chiaro.
Fattori di rischio: è inclusa in diverse liste rosse regionali (ad esempio in quelle di Toscana e Molise) ed è protetta nella maggioranza delle regioni in cui è presente (con la sola eccezione della Liguria), il suo status varia, a seconda delle zone, da “vulnerabile” a “rara” (specie minacciata a minor rischio), i fattori di rischio sono generalmente legati alle attività antropiche (specie quelle estrattive, come cave di ghiaia, ecc.) che possono distruggerne o comunque comprometterne l’habitat.
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Etimologia: il nome "Alyssoides" è collegato a quello dell'affine genere "Alyssum", il suffisso "-oides" sta ad indicare che la pianta assomiglia all'"Alyssum" (il cui nome di origine greca deriva da "Alysson", ossia "senza collera", "tranquillo"), il nome della specie è collegato alla forma del frutto, tondeggiante e simile ad una borraccia (in latino "utriculum").
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